Origini chimiche, fisiche e curative dell'acqua termale di Montecatini Terme

Ultima modifica 4 marzo 2024

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Turismo

La città di Montecatini Terme è stata influenzata nel corso dei secoli dalla presenza di acque termali che ne hanno determinato la storia e le abitudini sociali dei cittadini. A livello normativo sono definite acque termali le “acque minerali naturali utilizzate a fini terapeutici “Regio Decreto 28 settembre 1919 n.1924 e s.m”.

Le basi dello studio di queste acque benefiche furono proprio poste dal celebre medico di origini montecatinesi, Ugolino, nel “Tractatus De Balneis”. Ed ancora oggi queste sono un importante oggetto di studio per quanto riguarda il loro aspetto idrogeologico, fisico-chimico e clinico-farmacologico.

Le sorgenti di Montecatini , in base alle loro caratteristiche chimico-fisiche, si dividono in: Giulia, Torretta, Rinfresco, Tettuccio, Tamerici, Leopoldina e Regina.

L'origine delle acque si presenta ad una profondità così alta da doversi dire non facilmente calcolabile. Inoltre, è presumibile che le singole vene abbiano superato le resistenze loro opposte dalle deposizioni plioceniche argilloso-sabbiose della valle in grazia del forte carico piezometrico iniziale, carico che ha loro consentito di mantenere un decorso ascendente fino alla quota necessaria per un naturale deflusso.

Le acque termali, trovandosi distanti dalla superficie, presentano una perfetta sicurezza sul piano igienico evitando la presenza di possibili inquinamenti.

I dati sulle proprietà chimico fisiche delle acque si possono ottenere sia da lavori pubblicati da Enti di ricerca e di controllo oppure dai dati raccolti dagli stabilimenti che utilizzano le sorgenti. Gli stabilimenti hanno l’obbligo di effettuare i controlli chimici e microbiologici periodici per verificare la conservazione della composizione chimica e quindi delle proprietà terapeutiche, e la purezza microbiologica come indice di assenza di infiltrazioni contaminanti.

Uno dei lavori più recenti di determinazioni chimico fisiche delle acque è stato svolto da parte dell’Agenzia della Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT) nel 2014.

Le acque di Montecatini possono essere classificate in due gruppi: le salso solfato bicarbonato sodiche e le salso iodiche solfato alcaline.

Appartengono al primo gruppo le acque usate particolarmente per la bibita, al secondo quelle impiegate per bagni, irrigazioni, docce, ed altre cure complementari.

Le acque del primo gruppo, quelle cioè usate per la terapia idropinica, si possono ulteriormente suddividere in acque forti (Leopoldina; residuo fisso a 180° C: 21g / l), acque medie (Regina; residuo fisso a 17-18 g /l), acque deboli (Rinfresco e Tettuccio; residuo fisso a 4.9-7.5 g/l)

Le acque utilizzate per bagni, fanghi, docce, idromassaggi, inalazioni, sono Leopoldina (debolmente sulfurea: residuo fisso 21g /l) e Rinfresco (residuo fisso 4.9 g/l). Vi si trovano inoltre dei gas disciolti, che, allo sgorgare delle acque, si manifestano sotto forma di bolle aeriformi più o meno copiose a seconda della sorgente e questi gas sono sempre gli stessi, variata proporzione, cioè: Ossigeno, Azoto ed Acido Carbonico, più copioso degli altri.


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